IL FANTASMA DELLA LIBERTà



SABATO 11 OTTOBRE 2014

IL FANTASMA DELLA LIBERTÀ

SESTOSPAZIO

SESTO SAN GIOVANNI (MI)

VIA GIOBERTI 26

INGRESSO DA VIA CONFALONIERI

(DI FRONTE AL SUPERMERCATO CARREFOUR)





Opere di Giorgio Biffi, Carla Della Beffa, Joykix, Bruna Orlandi, Anna Resmini, Nicola Scognamiglio, Sophie Usunier, Giovanni Bai, Luigi Fagioli, Carolina Gozzini, Nicoletta Meroni, Mario Tedeschi.

Interventi teatrali e musicali a cura di Virginia Zini + Minima Theatralia/SestoSpazio

(Mostra a cura di Giovanni Bai/Museoteo+ con la collaborazione di tutti gli artisti partecipanti e Rossella Moratto).

Con la partecipazione straordinaria del fantasma del CRAC, il Centro Ricerca Arte Contemporanea forzatamente chiuso e fatto sgomberare dal Liceo Artistico Statale Bruno Munari di Cremona.



MUSEOTEO+ aderisce alla decima GIORNATA DEL CONTEMPORANEO, promossa AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), che si svolge in tutta Italia SABATO 11 OTTOBRE 2014, presentando la mostra IL FANTASMA DELLA LIBERTÀ.

Il terzo atto di una ricerca che ha già visto realizzare nel corso del 2014 le mostre La casa dei fantasmi e Picnic alla casa dei fantasmi, muove dall’omaggio a Luis Buñuel per continuare la esplorazione del mondo reale e di quelli paralleli che attorno a lui ruotano, che MUSEOTEO+ conduce ormai da ventiquattro anni, utilizzando il concetto di fantasma come metafora dell’arte e del mondo…

Nato nel 1990 in una casa ormai vuota, dove c’era solo «quello che resta quando non resta niente» (Georges Perec), dopo due mostre in case dense di storia e di ricordi, ma, soprattutto di cose, MUSEOTEO+ affronta uno spazio completamente vuoto e completamente bianco, quello del collettivo teatrale SESTO SPAZIO, con una riflessione su di un mondo in cui gli spazi di libertà e democrazia sembrano in generale restringersi, senza tuttavia rinunciare alla leggerezza e l’ironia che accompagna da sempre il suo tragitto nel mondo dell’arte.

A corollario di fotografie, opere e installazioni – ma di fatto elemento chiave della giornata - la performance Kitchen Stories - Ricette Scottanti X Lingue Roventi di MINIMA THEATRALIA, uno spettacolo ispirato al libro omonimo, un ricettario umano illustrato da Anna Resmini e scritto da Livia Bonetti. E, infatti, le tavole di Anna Resmini avranno una collocazione centrale nella mostra, illustrando i temi dello spettacolo che rispondono a interrogativi come «Siamo quello che mangiamo?» o «Esiste una ricetta per tutto?» nel tentativo di riaffermare la possibilità di trovare un'identità nella proprio mutevolezza dell’essere essere.

Nicoletta Meroni ci racconta, in una sequenza di immagini e in un testo, la visita all'isola dell'Asinara, e la conseguente «scoperta di una catena ininterrotta di fantasmi», gli asini, i ruderi delle carceri, i  fantasmi della storia dell'isola dalla fine dell'800, ma anche della sua storia: «Totò Riina, Leoluca Bagarella, Raffaele Cutolo, Renato Curcio, Alberto Franceschini, sono nomi che aprono delle finestre della storia, ma anche uomini che continuano a esistere, sono vivi».






Il fantasma della libertà di Nicola Scognamiglio è un'immagine fotografica digitale che prende spunto da un testo di Vilém Flusser, dove si sostiene che «vivere significa alimentare apparecchi ed esserne alimentati» e  l'autore si domanda: «Dove trova ancora spazio la libertà umana?». La fotografia è inserita in un'improbabile cornice da dipinto e si confronta con il concetto di Vanitas di Evaristo Baschenis.



Paesaggi Rinchiusi è il titolo della ricerca fotografica di Bruna Orlandi sulle trasformazioni sociali, paesaggistiche e urbanistiche del territorio della Palestina avvenute a seguito del conflitto israelo-palestinese, che vede una contrapposizione tra le fotografie dell’autrice con quelle – degli stessi luoghi - selezionate negli archivi fotografici della Collezione Matson. Dal confronto emergono i temi dell’esclusione e della separazione, dell’appartenenza culturale vissuta oggi in luoghi rinchiusi, frammentati, disconnessi, distrutti.
 
 Paesaggi Rinchiusi è una produzione dell’associazione Cultura è Libertà per la diffusione della cultura palestinese]



Le due opere di Carla Della Beffa si inseriscono nel filone dell'economia che è al centro della sua ricerca da qualche anno: Shadow of Liberty (disegno a biro su carta, 2014) nasce da un pensiero che passa da Sophie Calle, Paul Auster, Luis Buñuel e ci dice che il simbolo del sogno americano, la statua della Libertà, è ormai l'ombra di sé stessa. Ghost Town (2014) è un video di un minuto, con un brano di musica di Renato Rivolta: inquinamento acustico, le case fantasma e i cantieri di Milano, investimenti, piani regolatori, speculazione edilizia…

Anche l’opera di Joykix ha come titolo Il fantasma della libertà. Ma è il sottotitolo (Cibo dentro) a raccontarci il senso della sua ricerca sul rapporto che intratteniamo oggi con il cibo e svelarcene l’«inconscio ottico»: infatti «lo sguardo fotografico di Joykix penetra nei recessi di confezioni specchianti per cogliere un passaggio, un momento di sospensione di questa complessa filiera della produzione del cibo umano» (Maurizio Guerri)


Il lavoro di Giorgio Biffi Fine pena mai è un mandala realizzato con immagini prodotte dall’autore e immagini trovate riferite sia ai sistemi sociali di  coercizione  che alle illusioni  utopiche.

L’installazione sonora Ooouh! di Sophie Usunier è realizzata con la partecipazione della prima elementare della scuola St Pierre Fourier de Mirecourt (France): si tratta «di una registrazione in cui le voci di alcuni bambini imitano l'ululato di un lupo. Il suono, un verso umano, è un gesto apotropaico, una sfida alla propria paura, come per scongiurare la cattiva sorte, o i brutti pensieri» (Rossella Moratto).

Micropresenze è il titolo della installazione minimale di Carolina Gozzini: protagonista ancora una volta un piccolo fantasma, impegnato in una danza senza fine.  

Sowje di Giovanni Bai è un omaggio ai caduti  dell’Armata Rossa che hanno contribuito con la loro morte alla caduta del nazismo. Ispirata dal mausoleo di Berlin Treptow, la installazione è anche una riflessione sulla caduta delle illusioni e speranze della seconda metà del Novecento. 


E per concludere il monologo ROOMS 2.0 di Elisabetta Mossa: una drammaturgia per attrice e coro web di Lisa Moras, ispirata al fenomeno degli hikikomori - coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale – che mette in scena il malessere esistenziale che nasce da sovraccarico di informazioni e scollamento tra realtà immaginata, percepita e virtuale.

Luigi Fagioli, La libertà del fantasma
Mario Tedeschi e Nina Abbondanza, I fantasmi di Ilaria e Vivide

Sarà inoltre presentato un video a cura del CRAC, Centro Ricerca Arte Contemporanea di Cremona.