Ephemera. Documenti, ornamenti e pizzini
Inviti cartacei, poster, manifestini, cartoline, calendari ecc. formano quell’universo di comunicazione di base che affianca le mostre, a cavallo tra registro informativo e interpretativo.
Si tratta di "emblemi" che accompagnano le opere, importanti per le invenzioni grafiche, per le sintesi, per la "sceneggiatura", per le illustrazioni e le impaginazioni che molte volte sono a cura degli artisti stessi e forse importanti anche per il solo rimando "nostalgico" che ci porta lì ancora in quel momento, giusto con poche parole e la carta che sfugge...
Insomma, gli Ephemera hanno un immaginario e una creatività applicata che è da rivalutare e da mettere sotto osservazione, soprattutto a distanza di tempo quando ormai si sono completamente emancipati dalla “necessità di essere utili”. Ed è da riconsiderare quando, se ci si volge indietro, risulta tutta la distanza del cambiamento che contraddistingue ora il modo di comunicare l’arte, connotato da informazioni che principalmente viaggiano in rete con le e-mail. Si può dire che nel presente gli Ephemera sono sempre più “ephemera”, al punto che vivono, in forma immateriale, per frazioni ridottissime di tempo.
Dunque in questo caso si tratta di un aprire i cassetti senz’altra ambizione che non sia quella di guardarci dentro, a titolo di prima occhiata per una futura più organica e ampia ricognizione.
E’ stato fissato un periodo temporale, gli ultimi vent’anni, un tempo assolutamente arbitrario, dovuto unicamente al fatto che l’idea di questa ricognizione si deve a Luca Scarabelli, che ha iniziato ad occuparsi d’arte appunto agli inizi degli anni ’90. Alla base della mostra, una collezione di Ephemera raccolti da Scarabelli, a cui si sono integrati materiali provenienti da altri artisti, ognuno dei quali ha aperto i propri cassetti e messo a disposizione i propri documenti.
Ci aspettiamo che allineando i materiali sui tavoli, seppur fuori da un’archiviazione sistematica, possano svilupparsi nessi, rimandi, suggestioni, rimbalzi, scarti, e in ultima analisi pensieri, che, dentro il “profumo di carta”, possano dirci qualche cosa di più circa gli orizzonti poetici.
Con la collaborazione, il contributo e i documenti di Giovanni Bai, Lisa Mara Batacchi, Mariella Bettineschi, Cesare Biratoni, Anna Valeria Borsari, Giannetto Bravi, Sergio Breviario, Stefano Cagol, Alice Cattaneo, Marco Cingolani, Davide Coltro, Ermanno Cristini, Liliana De Matteis, Giuliano Guatta, Giulio Lacchini, Michele Lombardelli, Samuele Menin, Microcollection, Maria Morganti, Maurizio Nannucci, Giancarlo Norese, Olinsky, Sara Rossi, Alessandro Traina, Pietro Vischi... e altri.
Insomma, gli Ephemera hanno un immaginario e una creatività applicata che è da rivalutare e da mettere sotto osservazione, soprattutto a distanza di tempo quando ormai si sono completamente emancipati dalla “necessità di essere utili”. Ed è da riconsiderare quando, se ci si volge indietro, risulta tutta la distanza del cambiamento che contraddistingue ora il modo di comunicare l’arte, connotato da informazioni che principalmente viaggiano in rete con le e-mail. Si può dire che nel presente gli Ephemera sono sempre più “ephemera”, al punto che vivono, in forma immateriale, per frazioni ridottissime di tempo.
Dunque in questo caso si tratta di un aprire i cassetti senz’altra ambizione che non sia quella di guardarci dentro, a titolo di prima occhiata per una futura più organica e ampia ricognizione.
E’ stato fissato un periodo temporale, gli ultimi vent’anni, un tempo assolutamente arbitrario, dovuto unicamente al fatto che l’idea di questa ricognizione si deve a Luca Scarabelli, che ha iniziato ad occuparsi d’arte appunto agli inizi degli anni ’90. Alla base della mostra, una collezione di Ephemera raccolti da Scarabelli, a cui si sono integrati materiali provenienti da altri artisti, ognuno dei quali ha aperto i propri cassetti e messo a disposizione i propri documenti.
Ci aspettiamo che allineando i materiali sui tavoli, seppur fuori da un’archiviazione sistematica, possano svilupparsi nessi, rimandi, suggestioni, rimbalzi, scarti, e in ultima analisi pensieri, che, dentro il “profumo di carta”, possano dirci qualche cosa di più circa gli orizzonti poetici.
Con la collaborazione, il contributo e i documenti di Giovanni Bai, Lisa Mara Batacchi, Mariella Bettineschi, Cesare Biratoni, Anna Valeria Borsari, Giannetto Bravi, Sergio Breviario, Stefano Cagol, Alice Cattaneo, Marco Cingolani, Davide Coltro, Ermanno Cristini, Liliana De Matteis, Giuliano Guatta, Giulio Lacchini, Michele Lombardelli, Samuele Menin, Microcollection, Maria Morganti, Maurizio Nannucci, Giancarlo Norese, Olinsky, Sara Rossi, Alessandro Traina, Pietro Vischi... e altri.
http://risse-art.blogspot.it/
inaugurazione sabato 2 Marzo 2013 ore 18
Riss(e). Studio Ermanno Cristini
via San Pedrino, 4 (cortile interno) - Varese