TUFANO

GIOVANNI TUFANO 


IL MIO CONTRIBUTO ALLA CONSERVAZIONE DELLA SPECIE



L’associazione culturale Studio25 è stata fondata dall’artista Tufano, che nel 1990 a Milano Poesia ha realizzato la performance Nuovo inceneritore di Tufano bruciando tutte le sue opere in un camion dell'AMSA. Con la collaborazione di critici come Giorgio Zanchetti, Francesco Tedeschi, Paolo Campiglio, Stefano Gualdi, numerosi artisti, tra cui Sylvano Bussotti, e il sottoscritto naturalmente, ha realizzato una serie di cicli di mostre come Gli arti naturali di Tufano, Il mio contributo all’evoluzione della specie e Creare lasciando Creare, come scrive Diego Randazzo «svolgendo l'attività di creatore di azioni creative, di artista che crea la propria opera lasciando agli altri, attraverso l'attività dello Studio, la possibilità di creare la propria». In sostanza demandare il lavoro agli altri… ma lo sapevamo e lo assecondavamo, e quindi mi inventai il progetto Abbiatene cura, estensione del progetto Creare lasciando creare. Dopo aver curato negli anni precedenti numerose mostre nell’ambito della programmazione dello studioventicinque, partecipando anche come artista a mostre curate sia da lui che da altri, ho fatto mia la poetica di Tufano,  affidando a giovani critici – che si alternassero nell’opera di sostituzione di un artista-curatore – la curatela delle mostre a me assegnate. Lo assecondavamo salvo quando esagerava, come quando non mi fece pervenire la sua opera per una mostra delle associazioni a Montecarlo, e si risentì perché sospesi la collaborazione. Ma, ricordando sempre Ilaria, gli amici matti della mia mamma hanno amici più matti di loro. [GB]

[Foto Tufano]


TUFANO
con
Luciano Inga-Pin


«Luciano si mette nei panni di uno che…alla veneranda età di 199 anni decide di punto in bianco di saltare il fosso e si concede a 76 anni un momento di riflessione prima delle vacanze estive. Questa è sicuramente una buona occasione per comprendere più da vicino, e in una sede storica, il suo pensiero su ciò che è stato, su ciò che sta accadendo e dove vorrà andare questo marinaio solitario con la sua barca bianca e blu. «I collezionisti sono diventati mercanti, i mercanti collezionisti, i critici curatori, i curatori critici, gli artisti impresari, gli impresari artisti, i trasportatori procacciatori d'affari, i procacciatori d'affari trasportatori (con auto propria), le case d'asta gallerie, le gallerie case d'asta, gli spazi alternativi dei bazar, i bazar gli spazi alternativi, le fiere delle piccole, anonime Kunstalle, le Kunstalle delle piccole anonime fiere, i convegni sui perché dell'arte delle celebri abboffate con tanto di ciao – ciao. - Il mondo cambia, mon cherì.  Non lo sapevi? ... […] Qualche anno fa, nel '98 credo, mi venne in mente di affidare la personale di una mia artista ad un critico - donna. Lei venne il giorno prima dell'inaugurazione. Sollevò il piede sinistro per indicare che l'oggetto collocato sul pavimento andava spostato leggermente a sinistra.  Poi sollevò il braccio destro per suggerire che la fotografia appesa alla parete era meglio che fosse spostata un po' più in alto, di due o tre centimetri. Mi chiese tre milioni delle vecchie lire. Però te la sei cavata ancora con poco! - mi disse un amico collezionista.  Vaffanculo! […] Arte Povera.  A fine marzo del 2003 i poveri a Milano sono stati calcolati in 142.000 unità.  L'intera popolazione di una media città lombarda.

[…] Il curato(re) sceglie un titolo e raccoglie, diciamo, una decina di artisti.  Due mesi più tardi, in un'altra città, lo stesso curatore e/o con suo fratello gemello, tira fuori dal cappello un altro titolo con quattro artisti della scena precedente e sei locali.  Tre mesi dopo, in vicinanza dell'estate e quindi vicino al mare, altra mostra, altro titolo con metà nomi nuovi e metà nomi vecchi.  Poi arriva il carrozzone delle ultime tendenze, una specie di circo con cene e balli e giochi all'aperto e che gira in più paesi per coinvolgere più gente possibile e ... trattorie, albergucci, locande, scuole, chiesette, asili, palestre, le inevitabili e intollerabili ex-fabbriche, cinema, teatrini, oratori, circoli ricreativi (con gioco bocce), ex-ospedali, ex-ex, la casa della celebre soprano, la villa della baronessa, il giardino degli spiriti, quello del mostro, il parco con la iena nascosta, l'isolotto recondito e il fatiscente supermercato che non ha ancora ottenuto il permesso di agibilità.

Tutto fa brodo per i golosi dell'arte contemporanea e soprattutto per le bocche di chi ci mangia sopra. […]. Il solitofarfintadiniente. Dal 1982 al 2002 nel cosiddetto mondo dell'arte (italiana) i morti di Aids sono stati 47 e precisamente: 28 artisti; 6 galleristi; 8 critici; 5 collezionisti. Nella regione veneta, ai primi tempi dell'epidemia tre noti artisti sono stati sepolti in fosse comuni, avvolti in un lenzuolo e sotterrati nella calce. […] Sul treno per Kassel il doppio vetro del finestrino moltiplicava le nostre immagini. Io e Gino (De Dominicis) avevamo due nasi, due bocche, quattro orecchie e quattro occhi.  La vegetazione fuori incorniciava questo doppio ritratto e quando, d'istinto, provavamo entrambi ad alzarci in piedi, il mondo delle foglie ci sballotta avanti e indietro, in alto e in basso, a destra e a sinistra creando quel senso di provvisoria immortalità che involontariamente cercavamo. […] Non fare finta di fare l'artista, fallo e basta!»                                                                                                                [Luciano Inga-Pin]